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Figurativo

Figure archetipe

Ciò che caratterizza l’intera produzione della scultrice sono gli alfabeti estetici, riconducibili agli archetipi e ai primi linguaggi utilizzati dall’umanità. Il desiderio è il racconto estetico e concettuale, dà una prerogativa narrativa privilegiata, quella del “femminile” di ciò che è eterno e irrisolto nel contesto sociale coniugato con le donne.

Are

L’architettura riferita al sacro conserva, nella sua verticalità e nei suoi elementi, sensibilità estetiche delle grandi civilità del bacino Mediterraneo.

Rileggerle e reintepretarle attraverso la scultura sembra far riemergere i messaggi di una spiritualità antica e ferina.

 

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Corazze

Le corazze di Stefania Pennacchio si rieriscono, in realtà, a un’egida: L’involucro di cuoio che veniva posto tra la pelle del soldato e il rivestimento metallico. Il desiderio è raccontare della battaglia umori, sangue, ansia e istinto di sopravvivenza, come di un braille universale traslato sul combattimento della vita di ognuno.

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Dee e divinità

Il concetto coagulato nel neolitico in cui la donna rappresentava la verticalità congiuntiva tra il sacrale del cielo e la parte animale e istintiva della terra, viene conservata e idealizzata nelle prime forme religiose e antropologiche dell’umanità.

La scultura di Stefania Pennacchio, la indaga e la risolve attraverso tematiche psicologiche divisi in
Sirene: La seduzione eros/thanatos che devia dai luoghi comuni e porta in un “oltre” inquietante e sconosciuto.
Medusa: Gli occhi di Medusa rappresentano la relazione, senza revoche, con la verità dell’altro. Il femminile, in genere, si rapporta in un immediato coraggioso con la crudezza della verità.
Dee madri: Il divino femminile è straordinariamente raccontato nelle forme morbide delle dee steatopigie del neolitico. La fascinazione di queste e degli idoli delle isole cicladiche, hanno la loro continuità nelle sculture dell’artista.
Nereidi: Da Teti in poi, ciò che vive tra la terra e il mare è antropologicamente rappresentato nella relazione con l’acqua che le donne hanno sempre avuto. La luna, le maree e il calendario mestruale, sono simboleggiate nell’archetipo delle nereidi.
Amazzoni: Il valore di Pentesilea anticipa di duemila anni il desiderio di un valore che va oltre l’immagine estetica. Una guerra che è come l’amore combattuta nel pieno delle passioni e della forza fisica e idealizzato nella lealtà.
Regine: Nel racconto mitologico, la nobiltà è un valore genetico e comportamentale. Le regine di Stefania Pennacchio sono le donne, ognuna nella sua individualità e nella capacità di rientrare nella forma archetipa di ogni racconto mitologico.
Sacerdotesse: Nella cultura classica, il divino si incarnava nell’umano, traslando perfettamente il sacro e il profano, l’umano e il divino. Le sacerdotesse rappresentano ciò che nelle donne coincide perfettamente con la verticalità mistica.

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Elmi

L’elmo è una componente difensiva delle armature.
Non aggredisce, ma protegge la mente e l’identità.
Esso lascia scoperti soltanto gli occhi, portatori del linguaggio essenziale che non passa attraverso la parola.

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Scudi

In epoca antica, lo scudo era la componente più importante dell’equipaggiamento fornito ai soldati.
Lo scudo ha una relazione forte con il corpo del combattente: non offende ma difende. Nell’antica Grecia gli scudi erano effigiati con il simbolo di appartenenza della propria città. Il soldato vincitore tornava con il proprio scudo, il soldato che aveva perso la vita, tornava trasportato dal proprio scudo. Concettualmente esso rappresenta la traccia della battaglia di ognuno nel percorso della propria esistenza.

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